Il grafico fornisce una stima per regione dello spreco alimentare in Italia tradotto in termini monetari.
Nonostante i dati generali rilevati nel grafico sopra riportato, secondo un’indagine realizzata a ottobre 2011 da Coldiretti-Swg, gli italiani hanno ridotto del 57% lo spreco alimentare per effetto della crisi economica.
Ben tre italiani su quattro, infatti, prestano maggiore attenzione alla spesa rispetto al passato per combattere gli sprechi e quindi risparmiare di più. Tra le azioni messe in pratica per ridurre il food waste al primo posto si trova il fare la spesa in modo più oculato (47% degli intervistati), seguito dalla riduzione delle quantità acquistate (31%), dall’utilizzo degli avanzi nei propri pasti (24%) e dal porre più attenzione alle date di scadenza (18%).
Dopo anni si inverte la tendenza e si allunga il tempo passato dagli italiani a fare la spesa, il 61% confronta con più attenzione i prezzi, il 59% guarda alle offerte 3x2, senza però rinunciare alla qualità. Un dato questo che si riscontra osservando come il 43% degli intervistati dichiari di accertarsi sempre della qualità dei prodotti e come una percentuale analoga ne verifichi il luogo di provenienza. Questi dati incoraggianti non vengono, però, confermati durante il periodo delle festività natalizie del 2011. Secondo dei dati forniti dalla CIA (Confederazione italiana agricoltori) infatti, dal 24 dicembre fino a Capodanno gli italiani hanno gettato nella spazzatura 440 mila tonnellate di alimenti, per un valore complessivo di 1,32 miliardi di euro, il 20% della spesa complessiva. Queste cifre non solo sono negative in termini di impatti ambientali (basti pensare che una sola tonnellata di rifiuti organici genera 4,2 tonnellate di anidride carbonica), ma rappresentano anche un danno economico direttamente imputabile al bilancio familiare per una cifra pari a 50 euro per nucleo.
Secondo questi dati tra i cibi finiti nella pattumiera al primo posto si trovano latticini, uova e carne (43%), seguiti da pane (22%), frutta e verdura (19%), pasta (4%) e dolci (3%).
Tuttavia va riconosciuto che rispetto all’anno passato si è osservata una contrazione degli sprechi alimentari pari al 12%, che però è ancora troppo piccola se la si confronta con il dat Coldiretti che stima la riduzione dei food waste al 57%.