Problema Etico
Una sbagliata ripartizione dei prodotti alimentari
E' ormai risaputo che in gran parte dei Paesi altamente industrializzati, che dispongono di una salda economia e che detengono il monopolio di gran parte delle coltivazioni mondiali, è in continua crescita il numero di persone sovrappeso ed obese; è altresì noto che in altre aree del pianeta, quali Africa subsahariana e sud-est asiatico, la maggior parte della popolazione vive in una situazione di costante precarietà, causata dalla mancanza di risorse alimentari e di acqua: come è possibile che sussista questo paradosso, in un'epoca di forte sviluppo economico e di innovazione dei mezzi di comunicazione e trasporto?
Le cause sono principalmente suddivisibili in due categorie: economiche e sociali.
Le cause economiche, che sono anche le più influenti sulla produzione e distribuzione degli alimenti, determinano una continua ed insostenibile conversione del tipo di coltivazioni impiegate e del loro utilizzo: da alimenti a risorse destinate alla bioraffinazione, con conseguente produzione di biogas o bioplastiche.
Quelle sociali, invece, riguardano soprattutto gli stili di vita e le abitudini assunte negli ultimi decenni dalle popolazioni maggiormente sviluppate: sovralimentazione; spreco sconsiderato di molti alimenti a breve conservazione; maggior assunzione di carne, che determina un aumento dei capi di bestiame e di conseguenza delle risorse ad essi necessarie per la sopravvivenza; ricerca di nuove soluzioni tecnologiche a basso impatto ambientale, che tuttavia riducono il terreno impiegato nella coltivazione di piante e verdure ad uso alimentare.
Sono tuttavia presenti diverse soluzioni al problema, indicato nel progetto Horizon 2020 come uno dei più scottanti ed importanti che la popolazione mondiale si sia mai trovata ad affrontare: nell'ambito scientifico-tecnologico, in ambito Europeo, sono stati stanziati diversi milioni di euro per finanziare diversi filoni di ricerca volti principalmente allo studio di coltivazioni utili sia alla produzione di alimenti che a quella di biogas e biomateriali; molte industrie stanno cercando delle colture praticabili in aree aride e non accessibili alle colture tradizionali; i governi dei Paesi maggiormente industrializzati promuovono molteplici iniziative di sensibilizzazione per indurre le nuove generazioni ad un'alimentazione equilibrata e ad una riduzione degli sprechi.
Educare a scelte alimentari consapevoli
Per riuscire a compiere scelte alimentari consapevoli occorre possedere alcune informazioni relativamente alla composizione sia quantitativa che qualitativa del fabbisogno giornaliero di ciascuno di noi e prestare particolare attenzione alle etichette dei prodotti alimentari, per verificarne la provenienza e anche la qualità del contenuto.
Il fabbisogno calorico giornaliero (indicato spesso sulle etichette alimentari come GDA Guidelines Daily Amounts) viene definito come l’apporto di energia di origine alimentare necessario a compensare il dispendio energetico di individui che mantengano un livello di attività fisica sufficiente per partecipare attivamente alla vita sociale ed economica e che abbiano dimensioni e composizione corporee compatibili con un buono stato di salute, e si determina prendendo in considerazione diversi fattori quali sesso, età, attività fisica e/o intellettuale.
In genere le GDA sono disponibili per l’energia (calorie) e per i quattro nutrienti più importanti che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare alcune patologie legate alla dieta: grassi, grassi saturi, zuccheri e sodio (o sale). Le GDA per i carboidrati, le proteine e la fibra possono essere fornite a discrezione del fabbricante.
Una sbagliata ripartizione dei prodotti alimentari
E' ormai risaputo che in gran parte dei Paesi altamente industrializzati, che dispongono di una salda economia e che detengono il monopolio di gran parte delle coltivazioni mondiali, è in continua crescita il numero di persone sovrappeso ed obese; è altresì noto che in altre aree del pianeta, quali Africa subsahariana e sud-est asiatico, la maggior parte della popolazione vive in una situazione di costante precarietà, causata dalla mancanza di risorse alimentari e di acqua: come è possibile che sussista questo paradosso, in un'epoca di forte sviluppo economico e di innovazione dei mezzi di comunicazione e trasporto?
Le cause sono principalmente suddivisibili in due categorie: economiche e sociali.
Le cause economiche, che sono anche le più influenti sulla produzione e distribuzione degli alimenti, determinano una continua ed insostenibile conversione del tipo di coltivazioni impiegate e del loro utilizzo: da alimenti a risorse destinate alla bioraffinazione, con conseguente produzione di biogas o bioplastiche.
Quelle sociali, invece, riguardano soprattutto gli stili di vita e le abitudini assunte negli ultimi decenni dalle popolazioni maggiormente sviluppate: sovralimentazione; spreco sconsiderato di molti alimenti a breve conservazione; maggior assunzione di carne, che determina un aumento dei capi di bestiame e di conseguenza delle risorse ad essi necessarie per la sopravvivenza; ricerca di nuove soluzioni tecnologiche a basso impatto ambientale, che tuttavia riducono il terreno impiegato nella coltivazione di piante e verdure ad uso alimentare.
Sono tuttavia presenti diverse soluzioni al problema, indicato nel progetto Horizon 2020 come uno dei più scottanti ed importanti che la popolazione mondiale si sia mai trovata ad affrontare: nell'ambito scientifico-tecnologico, in ambito Europeo, sono stati stanziati diversi milioni di euro per finanziare diversi filoni di ricerca volti principalmente allo studio di coltivazioni utili sia alla produzione di alimenti che a quella di biogas e biomateriali; molte industrie stanno cercando delle colture praticabili in aree aride e non accessibili alle colture tradizionali; i governi dei Paesi maggiormente industrializzati promuovono molteplici iniziative di sensibilizzazione per indurre le nuove generazioni ad un'alimentazione equilibrata e ad una riduzione degli sprechi.
Educare a scelte alimentari consapevoli
Per riuscire a compiere scelte alimentari consapevoli occorre possedere alcune informazioni relativamente alla composizione sia quantitativa che qualitativa del fabbisogno giornaliero di ciascuno di noi e prestare particolare attenzione alle etichette dei prodotti alimentari, per verificarne la provenienza e anche la qualità del contenuto.
Il fabbisogno calorico giornaliero (indicato spesso sulle etichette alimentari come GDA Guidelines Daily Amounts) viene definito come l’apporto di energia di origine alimentare necessario a compensare il dispendio energetico di individui che mantengano un livello di attività fisica sufficiente per partecipare attivamente alla vita sociale ed economica e che abbiano dimensioni e composizione corporee compatibili con un buono stato di salute, e si determina prendendo in considerazione diversi fattori quali sesso, età, attività fisica e/o intellettuale.
In genere le GDA sono disponibili per l’energia (calorie) e per i quattro nutrienti più importanti che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare alcune patologie legate alla dieta: grassi, grassi saturi, zuccheri e sodio (o sale). Le GDA per i carboidrati, le proteine e la fibra possono essere fornite a discrezione del fabbricante.
Etichette Alimentari
L'etichetta dei prodotti alimentari riporta la lista completa degli ingredienti, la tabella nutrizionale, i termini di scadenza, le modalità di conservazione e l'origine del prodotto.
In ogni caso, il produttore è obbligato per legge a pubblicare almeno le seguenti specifiche:
L'etichetta dei prodotti alimentari riporta la lista completa degli ingredienti, la tabella nutrizionale, i termini di scadenza, le modalità di conservazione e l'origine del prodotto.
In ogni caso, il produttore è obbligato per legge a pubblicare almeno le seguenti specifiche:
- nome del prodotto
- elenco degli ingredienti :gli ingredienti sono indicati per ordine decrescente di quantità
- quantitativo (peso netto/peso sgocciolato)
- termini di scadenza : rispettarlo rigidamente a meno di pasta e riso che possono essere impiegati anche pochi giorni dopo la scadenza. In realtà (ma non sempre) un periodo di conservazione minore indica un minor utilizzo di conservanti o la presenza d'ingredienti più pregiati.
- azienda produttrice :il produttore è obbligato, per legge, a rispettare la veridicità delle informazioni riportate sull'etichetta.
- lotto di appartenenza
- modalità di conservazione e eventualmente utilizzo : è una buona regola acquistare prodotti confezionati il meno tempo possibile. Impariamo a servirci dei prodotti di stagione, sia freschi che surgelati, evitando i cibi precotti e confezionati nei quali l'uso di additivi è spesso importante.
- imballaggio : a parità di qualità e prezzo è buona regola preferire alimenti confezionati con materiale riciclato/riciclabile.